Come è avvenuta la selezione del candidato italiano?
Il concorso indetto dall’Associazione OdisseoSpace di Milano, incaricata dalla World Space Week Association di selezionare i candidati per l'Italia, prevedeva la presentazione di una scheda personale che includesse una breve motivazione del candidato alla partecipazione oltre ad una proposta di esperimento da condursi in assenza di gravità o microgravità. Quest'ultimo punto fu quello che sconvolse tutti noi studenti intenzionati alla partecipazione poiché le idee realmente originali scarseggiavano alquanto. Fu solo per caso che una sera parlando con un amico ingegnere mi venne in mente di lavorare sui movimenti convettivi dell'aria e quale modo migliore di farlo se non sviluppando una ricerca riguardante la combustione?
Fu così che scrissi una breve descrizione dell'esperimento "Studio del comportamento delle fiamme libere in assenza di gravità" che mi portò ad essere selezionato per partecipare ad un volo parabolico che simuli l'assenza di gravità che è proprio ciò di cui volevo parlare.
Come ti immaginavi il volo parabolico?
Partito alla volta di Las Vegas nella presta mattinata del 4 ottobre cercavo di immaginarmi come sarebbe stata questa imparagonabile esperienza e soprattutto non vedevo l'ora di sapere come ci si sentiva, anche solo per poco, a stare lassù fluttuando coronando il sogno che tutti abbiamo avuto da piccoli: vincere la gravità!
Chi hai trovato ad accoglierti a Las Vegas?
Al mio arrivo in albergo ho trovato una calorosa accoglienza da parte dello staff della World Space Week Association e, vista l'ora locale, anche una lauta cena in pieno stile statunitense. Alla spicciolata sono arrivati tutti i rappresentanti delle altre otto nazioni partecipanti, spesso accompagnati da rappresentanti delle aziende sponsor. La rappresentanza copriva tutto il mondo, entrambi gli emisferi e molte nazioni emergenti. Oltre all'Italia vi erano Cina, Tailandia, Bahrrain, Repubblica Ceca, Norvegia, Nigeria, Colombia e naturalmente Stati Uniti.
Subito si è instaurato un rapporto di cordiale amicizia tra tutti che ha reso l'esperienza ancora più indimenticabile perché, a mio modesto parere, ha aggiunto un significato in più a ciò che stavamo facendo. Non credo che sia esperienza di tutti i giorni vedere così tante culture così diverse incontrarsi in modo involontario e, condividendo una sola passione, instaurare un rapporto così bello.
Raccontaci del volo parabolico ..
Innanzi tutto abbiamo indossato le comode tute di volo recanti anche i loghi delle varie compagnie sponsor e siamo stati istruiti, mediante un briefing di circa un'ora, su tutte le fasi del volo che stavamo per intraprendere.
Passati i doverosi controlli di sicurezza direttamente prima di salire sul pullman per l'aeroporto, siamo stati trasferiti al terminal turistico dove ci aspettava il G-Force-one, un 727-200 modificato all'occorrenza per permettere i voli parabolici. Dopo le foto di rito con l'equipaggio e qualche intervista per le televisioni siamo saliti a bordo ed abbiamo effettuato le normali procedure che si seguono su un qualunque velivolo commerciale.

Giunti in quota e mentre ci portavamo all'interno dello spazio aereo riservato all'operazione, ci è stata fatta prendere dimestichezza con la cabina e con i sistemi di emergenza, leggermente differenti dal solito per via del fatto che la cabina è interamente svuotata di tutto, restando nuda con solo dei materassini sul pavimento.
Il programma prevedeva quindici parabole, cioè quindici momenti durante i quali la gravità sarebbe stata alterata. Per la prima parabola era prevista la simulazione della gravità sul pianeta Marte, per le due successive di quella sulla Luna e per le restanti dodici l'assenza completa di attrazione gravitazionale. In realtà non è corretto dire che la gravità manchi, è più corretto dire che rispetto all'ambiente in cui ci si trova, cioè l'aereo, essa non esiste.
La manovra consiste in una salita ripida al termine della quale il pilota descrive la traiettoria di una parabola, cioè quella che seguirebbe l'aereo se stesse precipitando, di conseguenza anche i passeggeri e tutto il contenuto "precipitano" insieme al velivolo e pertanto provano la sensazione dell'assenza di gravità. Mentirei dicendo che la ripetizione di questa manovra per quindici volte abbia giovato al mio equilibrio stomacale, ma credo che come esperienza sia totalmente unica in tutti i sui aspetti.
Quali sensazioni si provano in assenza di gravità?
Essere in assenza di gravità, fluttuare libero incurante di qualunque forma di forza parassita che freni il mio moto e spaziare in tutte e tre le dimensioni è una sensazione che lascia spazio a pochi commenti. In tale situazione si perde ogni tipo di riferimento, le informazioni dell'occhio e del sistema vestibolare (quello addetto al mantenimento dell'equilibrio e che si basa sulla stessa gravità per funzionare) non coincidono e dopo qualche volteggio si ha difficoltà a comprendere quale sia il sopra e quale il sotto delle cose.
Ovviamente in una situazione così è bello cimentarsi in alcuni giochini "da astronauti" come tentare di mangiare delle caramelle che appena aperta la mano si disperdono per l'ambiente in modo confuso, costruire torri d'acqua che mantengono la forma senza avere un recipiente, cimentarsi in attività ginniche impensabili ed in partite di pallamano in cui la palla non è altro che il compagno di volo! Una cosa è certa: non si finisce più di ridere.
La sensazione che si prova è assolutamente impossibile da immaginare: io avevo provato a figurarmi di cosa si sarebbe trattato, ma è stato tutto diverso. Tutti i calcoli che il nostro cervello normalmente fa e che noi diamo per scontati non hanno più alcun valore. Per spostare un oggetto è obbligatorio essere appoggiati ad una parete, altrimenti sarà l'oggetto a spostare te. Dando uno spintone ad un compagno di volo si verrebbe sbalzati all'indietro nella stessa misura in cui il compagno verrebbe sbalzato in avanti, cosa alla quale non siamo assolutamente abituati.
Dal punto di vista della comprensione dei fenomeni fisici credo sia una ottima esperienza (che ovviamente non tutti possono permettersi) poiché ci si trova in una ambiente in cui per visualizzare e dimostrare molti postulati non è assolutamente necessario ricorrere ad artifizi, basi appunto pensare al principio di Azione-Reazione che regola il fenomeno dello "spintone" appena descritto.
Qual è il bilancio di questa esperienza?
Posso affermare convinto la mia gioia per aver partecipato a questa esperienza unica, soprattutto per il valore che essa ha assunto considerato che dal 4 al 10 ottobre si festeggiavano 50 anni dall'inizio dell'era spaziale, cioè dal lancio con successo della sonda "Sputnik 1" ad opera della Russia. Inoltre spero che la mia esperienza possa essere motivante per tutti i miei coetanei (il nome stesso del concorso era "Youth Inspiration") che non trovano in ciò che studiano qualcosa di appassionante, affinché imparino a scoprire i Talenti nascosti in ognuno di noi ed a metterli a frutto. Inoltre mi piacerebbe che la stessa scuola italiana prendesse coscienza delle potenzialità dei suoi studenti e che si concentrasse sempre di più sul loro successo e sulla loro formazione per la vita.
Infine vorrei esprimere tutta la mia contentezza nell'aver constatato che anche se per pochi giorni, anche se condividendo poco della vita comune, nove ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 18 anni provenienti da nove diversi stati sparsi in tutto il mondo, appartenenti a nove culture totalmente diverse e ad almeno due religioni distinte, hanno vissuto insieme quattro giorni stupendi instaurando un rapporto di amicizia reciproca che per molti sta continuando, avendo in comune solamente una passione.
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